(ri)prendere Berlino #1

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Il titolo al post è un omaggio agli Afterhours.
Ho trovato divertente usare questo titolo per l’uso del riprendere inteso come catturare, quindi appunto fotografare e cercare di fissare delle immagini, ma anche riprendere quindi catturare qualcosa, per la prima volta. E poi, beh… è una bella canzone.

La scorsa settimana ho goduto di uno dei vantaggi di noi studenti Iuav:
partecipare ad un viaggio studio (poi ci sarà l’esame da sostenere, chiaramente) che ci varrà 4cdf e la scelta è ricaduta su Berlino.

La porta di Brandeburgo.

Chiaramente il viaggio vertiva nel farci vedere e toccare con mano molte delle opere (d’architettura!!!) che da studenti, spesso si vedono solo su libri. E per l’arte questa cosa qui di relegarla ad un’immagine stampata su di un foglio, è una cosa un po’ strana, mi viene in mente il pensiero di Magritte mentre disegnando una pipa aggiunge “ceci n’est pas une pipe”

Quel suo disegno non era una pipa, ma solo la sua, personale, restituzione grafica dell’oggetto. Un po’ come il mito della caverna di Platone. Forse.

I viaggi servono a questo, a imparare. Insegnano.

Certe cose, visto che si parla di materia, qualcosa di fisico, sono da toccare e percorre, viste dal vero le si coglie in maniera diversa, suscitano una qualche sensazione (capito perchè un viaggio ci vale dei crediti? :P).

Rem Koolhaas -Ambasciata Olandese

Alvaro Siza – Bonjour Tristesse

Il graffito “Bonjour Tristesse”,
che i giovani berlinesi hanno aggiunto clandestinamente sulla sommità della fascia curvilinea,
citazione del romanzo esistenzialista
di Segan (1954),
coglie il grigiore della vita urbana in questa area periferica di Berlino Ovest.

Sinagoga
difronte all’ostello

L’isola dei MUSEI
sottotitolo: l’isola di Shinkel ;P

Occhio al rafinatissimo restauro per mano di David Chipperfild
all’interno del Neues Museum di Shinkel.

Il KulturForum

Ho dovuto proprio ricredermi nel vedere dal vero la Philarmonie di Hans Scharoun,
studiandola e guardandola nelle foto in bianco e nero dei testi, la trovavo solo una brutta architettura demodé e invece…

Credo sia stata una delle cose che più mi sono piaciute. Poi, quando siamo entrati in Sala, c’erano alcuni musicisti della Berlin Philarmoniker che provavano…
Una sensazione indescrivibile!

…e poco distante dalla Philarmonie, FINALMENTE,
Mies! (il mio primo incontro con lui… uno degli architetti che maggiormente adoro!)




Fonte Autore: Marysunright


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